17.4.03

Tratto dal diario dell'inviata di guerra RAI a Baghdad!
http://www.rainews24.rai.it/ran24/speciali/postwarblog/default.htm

26° giorno di guerra
diario di Giovanna Botteri

Ventiseiesimo giorno di guerra. acqua, luce, telefoni, cibo, medicine. tutto continua a mancare. ma da oggi hanno riaperto al candles e al sajaf. fanno kebab e chicken tikka. lo stesso piatto che venti giorni fa costava un dollaro oggi ne costa venticinque. il problema, almeno per i giornalisti, non sono i venticinque dollari, ma riuscire ad arrivarci. le strade sono piene di bande di saccheggiatori, armati e pronti a distruggere, tutto. il museo archeologico non esiste piu'. tremila anni di storia polverizzati in 48 ore. e da ieri brucia la biblioteca nazionale, migliaia di volumi, memoria storica dell'intero Iraq. gli abitanti di Baghdad assistono impotenti alla distruzione della loro citta' e del loro patrimonio culturale. i marines sembrano indifferenti a quello che succede, ma sui muri gia' sono comparse le prime scritte antiamericane. Bush sostiene i saccheggiatori, bush = saddam. Un solo palazzo, in tutta la citta', e' rimasto intatto, protetto dai tank color ocra giorno e notte. E' il ministero del petrolio.


13.4.03

Errata corrige quella a Roma è diventata durante la scorsa settimana una manifestazione per la Pace e basta!
Non è colpa mia, ormai non si capisce neanche su cosa è più urgente manifestare.
Cmq a dimostrare la mia buona fede c'era una folta rappresentanza degli studenti anti-moratti nel corteo pacifista.
A QUANTO SI DICE E' SOLO UN ARRIVEDERCI, SE CE L'AVETE CON LA MORATTI DOVETE ASPETTARE...
Scuss :.(







 







WELCOME!!! :Accolti a braccia aperte.

8.4.03

Sabato 12aprile manifestazione nazionale a Roma, antimoratti, alla quale si aggiungerà anche un grosso spezzone pacifista!
SE NON RIUSCIAMO A FERMARE LA GUERRA FERMEREMO ALMENO LA mORATTI
SALVIAMO L'UNIVERSITA' PUBBLICA!!!!
la ministra ha già dimostrato di arretrare, a fronte di una protesta pressante (per esempio riguardo le riforme delle scuole dei gradi inferiori), quindi STRILLIAMO!!!
DOPO IL 3+2, ECCOVI IL 3X2: UNIVERSITÀ IN SVENDITA: Come se non bastasse già lo scenario internazionale a preoccupare lo “studente medio” adesso ci si mette anche la Moratti. In realtà purtroppo c’è poco da ridere, stavolta fanno sul serio. Per adesso non si può privatizzare la scuola e l’università pubblica, però si può cominciare con i primi approcci: si può, attraverso un lifting, camuffare la scuola pubblica da privata. La grande riforma Moratti, infatti rischia di essere, non solo un altro capitolo della storia infinita delle riforme mancate come la precedente riforma Berlinguer (quella del 3+2), ma il primo passo verso la distruzione dell’Università pubblica. Ho avuto “l’onore” di leggere il documento della commissione segreta dei tredici da Adriano De Majo (rettore dell’università della Luiss) sinceramente non mi ha spiazzato. La prima cosa che salta agli occhi è una lunghissima premessa, che ai più sembrerà ricca di buoni propositi, così infarcita di parole come “efficienza”, “qualità” e “flessibilità” ma, invece, secondo me dovrebbero ispirare solo diffidenza: se quei pochi e semplici concetti che prevedrebbe la riforma fossero così innocui non ci sarebbe bisogno di introdurli con quattro pagine di obbiettivi ai quali sono rivolti. Dicevo che De Majo, il rettorone della Luiss di Roma, non mi ha spiazzato, infatti l’unica cosa che propone è di aumentare la qualità delle università pubbliche è “mettere dei filtri” cioè introdurre delle selezioni per cui i veri corsi di laurea come li intendiamo oggi saranno riservati solo ai più “bravi” in base alla produttività (numero di esami dati e voti). Si cerca di riservare la laurea, come la intendiamo adesso solo agli studenti più veloci e performanti. Così si evita di perdere denaro con chi studia e lavora o con chi coltiva interessi anche fuori del normale iter formativo. Tutti questi studenti per la commissione sono solo “studenti parcheggiati nelle facoltà che aspettano di trovare un lavoro”. Ma qui sorge un dubbio: ridurre i costi tenendo solo gli studenti a tempo pieno e selezionare gli studenti in modo da salvaguardare l’immagine della struttura non sono forse prerogative di un università privata che non dovrebbero toccare affatto il sistema pubblico. Un servizio pubblico non ha bisogno di operazioni di marketing per giustificare una retta vertiginosa come quella delle uni private. Per il resto la riforma lascia solo grossi interrogativi: v Come saranno accettati dal mercato del lavoro gli studenti delle attuali lauree triennali presi in mezzo tra due riforme? v Perchè riformare l’università italiana che come didattica è un modello in Europa e non solo, invece di investire per elevare il livello di quegli atenei che sono rimasti indietro. v Come saranno giudicati gli studenti dei futuri percorsi professionalizzanti? Quest’ultimo interrogativo è quello che lascia più perplessi perché nel lavoro della commissione non c’è nessuna garanzia riguardo a questa mezza laurea cosa certa è che sarà di certo a un livello inferiore rispetto all’altro. Mentre il primo è quello che ci riguarda da vicino perché tra il passato delle lauree quadriennali e quinquennali e il futuro della riforma Moratti noi “figli della riforma Berlinguer” saremo una parentesi atipica e scomoda x atenei e mondo del lavoro.

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La Moratti Inventa il percorso a Y ovvero, SORSI di Laurea!

Da un paio d’anni sono stato attivati i nuovi corsi di laurea triennali, neanche il tempo di metabolizzare le novità che già questo sistema sembra diventato obsoleto. In realtà semplicemente al nuovo governo non sembra sufficiente lasciare agli studenti la scelta di interrompere l’iter universitario dopo tre anni perché questo avvenga veramente. C’è bisogno di una radicalizzazione delle scelte. La nuova riforma Moratti, elaborata da una commissione appositamente formata, prevede infatti una selezione che non lascia più scelta agli studenti. Dopo il primo anno, uguale per tutti gli studenti all’interno della stessa facoltà, è prevista una selezione definita “rigida” (in base al numero degli esami dati e alla votazione conseguita) chi supera questa selezione ha la possibilità di proseguire per altri due bienni come le vecchie lauree quinquennali chi non ce la fa viene avviato, invece a un percorso “professionalizzante” di 2 anni dopo dei quali è obbligato ad abbandonare gli studi. Il “modello a Y” non permette inoltre una volta imboccato uno dei due percorsi paralleli di passare da un ramo all’altro in nessun modo perché profondamente diversi uno dall’altro: uno proiettato al mondo del lavoro l’altro a un livello di studio elevato e d’elite. La differenza con la precedente riforma Berlinguer (tuttora in vigore) consiste nel fatto che la possibilità di lasciare l’università dopo tre anni non è più lasciata alle decisioni dello studente ma è frutto di una scrematura che lede il diritto (costituzionale) allo studio.

2.4.03

Oggi mi sono tagliato i capelli, a Elena non piacciono preferiva il gatto morto che avevo prima.