8.5.03

Art.18
tra poco ci sara' il referendum sull'estensione dell'art 18 anche per le imprese di meno di 15 dipendenti.
La prima domanda che viene da fare a Bertinotti e': "che cazzo di referendum hai piazzato?"
Viene da pensare ma perche' quando anche la confindustria va contro il governo Berlusconi chiedendo di sospendere l'abolizione dell'articolo si deve rilanciare come in una partita a carte.
Infatti non c'e' alcun dubbio sul fatto che per essere licenziato ci sia bisogno di una giusta causa e che un diritto se vale per una grande impresa valga anche per una piccola (non si tratta di un dovere delle imprese infatti ma di un diritto dei lavoratori) ma si deve tener conto del fatto che le conseguenze sulle piccole imprese potrebbero essere pesanti.
Infatti per una gran parte delle imprese artigiane una causa persa con relativo risarcimento è forse gia' un deterrente abbastanza forte al licenziamento (date le spesso stretti margini finanziari) e quindi aggiungere la possibilita' del reintegro potrebbe veramente diventare un deterrente alle nuove assunzione.
Però se il referendum avra' un esito negativo per il Si vorrebbe dire aprire la strada a nuove e molto piu' gravi lacerazione nelle tutele a tutti i lavoratori.
La posta in gioco e' troppo alta non si puo' dire No.
Nel caso di un Si deciso infatti e' facile pronosticare, a fronte dell'estensione, una debiazione verso la revisione della definizione di "giusta causa", vista anche la volonta della maggioranza del parlamentoche poi dovra' elaborare la nuova legge, che appare la soluzione più sensata che possa lasciare i lavoratori e le imprese indenni da timori.
E' gia successo in passato che i risultati dei referendum vengano parzialmente ignorati mentre in caso di NO non ci sarebbe ritorno perche' questa maggioranza ha già mostrato di poter tirare avanti senza curarsi di opinione pubblica ecc... anche fino alle estreme conseguenze.
Un buon SI a cuor leggero a tutti.

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